My dream of love is coming true
within our desert Caravan.
Il mio sogno d’amore si sta facendo realtà,
qui in questa nostra carovana del deserto.
Duke Ellington
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,1-12)
Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?». Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Mi lascio ispirare
Nessuno intende scomodare troppo il Signore: uno si accontenta di ricevere semplicemente il necessario per sopravvivere, per non stare troppo male, per passare almeno questo giorno … non sarebbe poi mica così poco. Eppure quel Nazareno che passa nella tua vita non si accontenta di questo; ti vuole guarire, ma in profondità, liberandoti dal peccato.
“Peccare” in ebraico significa “fallire il bersaglio”, “smarrire la via”. Forse ha una radice beduina: in marcia nel deserto alcuni abbandonano la carovana, si perdono, rischiando di morire. Ma Dio, nella sua bontà, li riacciuffa e li ricolloca nella carovana della vita. Il peccato è uscire dalla carovana, ritrovandosi steso a terra, solo e smarrito.
Il paralitico ha preoccupazioni che riguardano la sua carne, il dolore di questo giorno da affrontare e Gesù non le disprezza affatto; egli sa quanto poco sia vivibile la vita dentro un carne bloccata, incapace di muoversi. Ma sa anche che in quell’uomo, come in ogni uomo, c’è un’altra preoccupazione che impedisce ogni movimento, che smarrisce: quella di rientrare nella carovana, di riscoprire e gustare il senso della propria vita.
Il primo e decisivo atto d’amore di Gesù consiste allora di riaccompagnare il paralitico nella carovana, facendosi aiutare dai quattro barellieri: così il cuore si riempie e ti riscopri figlio e fratello, creatura nuova. Guarisce innanzitutto il cuore e così anche la carne guarirà a tal punto che potrà rivolgersi a lui con il verbo “Alzati”. come se gli avesse detto: “Risvegliati, rinasci, risorgi”. Ora lo puoi fare!
Camminare di nuovo nella carovana o uscire di casa con i propri piedi diventa il segno visibile di quanto in profondità, nell’intimo è realmente accaduto.
Possiamo ricevere il necessario … ma nel frattempo Gesù ci regala anche l’indispensabile!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni riconosci che anche il tuo cuore è paralizzato?
Quali sono i barellieri che aiutano Gesù a farti rientrare nella carovana?
Quanto è bello, protettivo e vitale camminare insieme
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Gennaio
2018
Indispensabile
commento di Mc 2,1-12, a cura di Loris Piorar SJ