Non è testimone chi lo vorrebbe, ma solamente chi conosce per esperienza ciò di cui parla.
André Louf
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,19-28)
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Mi lascio ispirare
Essere testimoni comporta grande fatica: spesso è urlare in mezzo al deserto, parlare a cuori che come il deserto sembrano senza possibilità di vita. Essere testimoni, tuttavia, non comporta solo fatiche, ma anche perseveranza e pazienza nell’annunciare. È questo ciò a cui oggi veniamo spronati: essere testimoni fedeli della – e nella – verità.
Come Giovanni, così noi siamo chiamati a testimoniare la presenza del Signore tra noi con opere e parole. Siamo chiamati ad essere testimoni del suo amore e della gioia che ci dona nella semplicità del quotidiano, preparando la strada dell’incontro con Lui.
Come il Battista, dunque, non scoraggiamoci di fronte alle difficoltà che l’essere testimoni comporta, ma al contrario, consapevoli della nostra limitatezza, del nostro esser piccole gocce d’acqua che cadono nel deserto, facciamoci testimoni dell’avvenuta di Gesù tra noi e lasciamo che attraverso la nostra testimonianza il Signore porti vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dove vorrei incontrare il Signore?
Quando mi sento testimone dell’incontro col Signore?
Come ho affrontato le difficoltà dell’essere testimone di Verità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Gennaio
2018
Come la pioggia e la neve
commento di Gv 1,19-28, a cura di Martina Pampagnin