Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.
Mi lascio ispirare
Il messaggio di Cristo all’uomo era semplicemente: «Sii te stesso». Ecco il segreto di Cristo.
Oscar Wilde
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.
Lc 1,57-66
Quante volte le aspettative ci condizionano fino a renderci non liberi di realizzare noi stessi e ciò che portiamo nel cuore, quante volte abbiamo sentito dire “si è sempre fatto così” o “Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”… I condizionamenti sono forti e la paura della diversità può condizionare al tal punto da far passare un messaggio che dice “non devi essere quello che sei, ma quello che pensavamo tu dovessi essere”.
Invece, Elisabetta prima e Zaccaria dopo, capiscono che bisogna mettersi in ascolto di Dio, che viene a liberarci da queste false aspettative e desidera farci esprimere il meglio di noi stessi.
Dio non si lascia rinchiudere nelle nostre piccole definizioni, nei nostri schemi logici, nelle nostre conclusioni: desidera che noi possiamo esprimerci e realizzare ciò che di più bello abbiamo nel cuore, che noi possiamo seguire il nostro cuore ascoltando la sua voce, focalizzandoci su ciò che lui ha messo nel nostro cuore, nei nostri sogni, permettendoci di essere ciò che realmente siamo.
È Dio che ci ha creati a sua immagine e desidera che la portiamo a compimento nella libertà e nell’amore. Attraverso quel “Giovanni è il suo nome” oggi Dio ci sta dicendo: “Puoi essere te stesso, ti accetto come sei e voglio che tu mantenga e porti a piena realizzazione le tue peculiarità e le tue caratteristiche personali”.
- Quali aspettative non ti lasciano libero di essere te stesso?
- Puoi ritagliarti uno spazio per realizzare i tuoi sogni e desideri?
- Dio oggi ti dice: Puoi essere te stesso. Puoi vivere da questa consapevolezza?
p. Claudio Rajola SJ
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Dicembre
2017
23/12 – Sii te stesso!
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)