Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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In quel tempo, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì.
Mi lascio ispirare
Noi non siamo mai dei miserabili lasciati a far numero, ma dei felici eletti. Persone che ti sono un poco necessarie, persone i cui gesti ti mancherebbero, se rifiutassero di farli.
Madeleine Delbrel
In quel tempo, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là.
Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì.
E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada».
E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». Risposero: «Sette, e pochi pesciolini».
Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra,
Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla.
Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene.
Mt 15,29-37
La commozione di Gesù per questa folla che lo segue da tre giorni è passionale: non può tollerare che queste persone – i sofferenti, quegli ultimi di cui nessuno si cura ma che lui ama – continuino a camminare senza cibo, acqua, riposo, perché la loro fame è la sua fame, la loro sofferenza è la sua sofferenza. Allora chiede ai discepoli di procurare il necessario: per completare ciò che ha iniziato, portare avanti la missione affidatagli dal Padre, Gesù ha bisogno anche di noi.
Ma come possiamo saziare questa gente con soli sette pani e pochi pesci? Come possiamo aiutarlo se non abbiamo nulla? Dio conosce benissimo le nostre debolezze e la nostra pochezza, ma è proprio quel poco che desidera da noi; ci sceglie proprio nelle nostre incoerenze, nelle nostre imperfezioni, perché poi è lui a darci le idee e la forza per poter saziare i nostri fratelli in abbondanza.
Chiediamo al Signore la grazia di farci vivere nella consapevolezza che, nonostante (e attraverso) i limiti della nostra condizione umana, siamo ai suoi occhi gioielli preziosi chiamati a condividere il nostro oro con il nostro prossimo, a sfamarci reciprocamente.
- Provo commozione per la sofferenza di chi mi sta accanto? Cosa faccio?
- Sono pronto a mettermi in gioco così come sono, senza cercare da solo perfezionismi?
- Quale limite voglio offrire al Signore, perché lo renda luogo fertile di benedizione?
Ilaria D. L.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Dicembre
2017
06/12 – Vedi, non ho nulla da donare a te…
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)