Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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IL POTERE DI VIVIFICARE DEL FIGLIO COME IL PADRE “Il Dio che ci trascende è un Dio umano, un Dio che ama gli uomini, che si preoccupa della loro storia. L’umanità di Dio si incontra con l’umanità degli uomini e la eleva.” [Edward Schillebeeckx] Gv 5,17 …
Mi lascio ispirare
IL POTERE DI VIVIFICARE DEL FIGLIO COME IL PADRE
“Il Dio che ci trascende è un Dio umano, un Dio che ama gli uomini, che si preoccupa della loro storia. L’umanità di Dio si incontra con l’umanità degli uomini e la eleva.” [Edward Schillebeeckx]
Gv 5,17-30
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso far nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
All’accusa dei giudei di fare tali cose di sabato, il punto di vista espresso di Gesù porta in alto sul suo potere di dare vita <<il Padre mio lavora fino adesso ed anche io lavoro>>. Per Gesù le azioni compiute di sabato. al fine di restituire gli uomini alla vita ed alla relazione piena con Dio, non sono trasgressione del comando del riposo, ma piena attuazione del significato simbolico ed escatologico della sua osservanza. Cioè nell’ irrompere del dono pieno della vita, che è significato nella potenza con cui Gesù restituisce la salute a chi da <<parecchio tempo>> l’ attende impotente. Dio è il Padre che anche in giorno di sabato “lavora”, suscitando alla vita chi nasce e giudicando chi muore. E’ del suo “lavorare” che Gesù si fa carico in qualità di Figlio con libertà ed urgenza. Il “lavorare” con cui Gesù restituisce all’ infermo libertà, movimento ed abilità rispecchia il comando primordiale all’uomo atteso da Dio nel suo stesso riposo, in quanto “operare” senza pausa che tende al dono totale della vita. Il potere di donare la vita viene a Lui da Dio, ed il segno dell’agire di Dio.
p. Domenico Pizzuti della comunità dei gesuiti di Scampia (NA)
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Marzo
2017
29/03 #vivificare
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)