Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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PER QUEESTA PAROLA: c’è sempre una parola che si fa carne nella storia di Dio. Che ci libera e ci riporta alla verità di noi stessi. “Predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole”. [San Francesco di Assisi] Mc 7, 24-30 “In qu …
Mi lascio ispirare
PER QUEESTA PAROLA: c’è sempre una parola che si fa carne nella storia di Dio. Che ci libera e ci riporta alla verità di noi stessi.
“Predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole”. [San Francesco di Assisi]
Mc 7, 24-30
“In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.”.
“Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia”: c’è sempre una parola che si fa carne nella storia di Dio. Che ci libera e ci riporta alla verità di noi stessi. Come succede per questa madre disperata che proviene da una esperienza totalmente differente da quella di un Dio che si fa prossimo e amore come Gesù. Marco sottolinea non poco l’estraneità di questa madre dalla tradizione biblica e che parla anche una lingua straniera: il greco. Ecco la ragione della risposta “forte” del Signore. Ma Dio nel volto visibile del Cristo è misericordioso con lei e con la figlia perché scorge il desiderio di bene, di verità, di libertà che vive nel suo cuore, al di là del suo essere “lontana”, al di là della sua fede ancora superstiziosa e superficiale. Gesù la incoraggia e l’accoglie. Ritorniamo anche noi a casa, come questa madre che ritrovando la propria figlia guarita, comprende la guarigione vera: quella di sentirsi finalmente amata da un Dio vivente. Dunque: impariamo da lui perché non esistono “stranieri” nella casa e nel cuore di Dio.
p. Francesco Germano sj, della comunità dei Gesuiti della Chiesa Universitaria di S. Frediano in Pisa
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Febbraio
2017
09/02 #questaparola
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)