Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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RIMEDIO: vivere nell’umiltà significa riconoscere il proprio valore e custodirlo interiormente “Siamo tutti apprendisti in un mestiere dove non si diventa mai maestri.”[Ernest Hemingway] Mt 11, 28-30 In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi …
Mi lascio ispirare
RIMEDIO: vivere nell’umiltà significa riconoscere il proprio valore e custodirlo interiormente
“Siamo tutti apprendisti in un mestiere dove non si diventa mai maestri.”[Ernest Hemingway]
Mt 11, 28-30
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
La quotidianità ha il suo peso, occorre riconoscerlo. La stanchezza fa capolino nei nostri impegni, perché vi investiamo del tempo: dare il tempo equivale a dare la vita, perciò ci costa. Se poi a questo aggiungiamo oneri piuttosto gravi e a volte inutili (senso di colpa, inadeguatezza, agonismo), che producono oppressione e ansia, allora rischiamo di venire meno lungo il cammino. Gesù invita a mettersi alla sua sequela, imparando da lui e facendosi suoi discepoli nella via della mitezza e nell’umiltà. L’essere miti è frutto di una beatitudine che viene esercitata continuamente di fronte a violenza e prevaricazione. Vivere nell’umiltà significa riconoscere il proprio valore e custodirlo interiormente, come una montagna che si trova sottoterra, secondo la sapienza orientale. Preghiamo di avere un cuore simile a quello del nostro Signore e Maestro.
p. Giulio Parnofiello sj
della comunità dei Gesuiti della Cappella dell’Unibversità La Sapienza di Roma
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Dicembre
2016
07/12 #rimedio
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)