Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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a cura dei Gesuiti Italiani GIUDICARE: il Vangelo sia la misura per la vita mia e degli altri Mai una volta, nel giudicare, ho dimenticato di essere una povera creatura umana schiava dell’errore, mai una volta nel condannare ho potuto reprimere il turb …
Mi lascio ispirare
a cura dei Gesuiti Italiani
GIUDICARE: il Vangelo sia la misura
per la vita mia e degli altri
Mai una volta, nel giudicare, ho dimenticato di essere una povera creatura umana schiava dell’errore, mai una volta nel condannare ho potuto reprimere il turbamento della coscienza, tremante dinanzi ad un ufficio che, in ultima analisi, è soltanto tuo, o Signore. Piero Calamandrei
Mt 7, 1-5
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
C’è il pericolo che quando ti metti a giudicare qualcuno, tu possa utilizzare due pesi e due misure: una per te ed una per l’altro.
Capita di essere più puntigliosi, più impazienti, più rigidi nei confronti degli altri che lo stesso Dio.
È necessario imparare a discernere, in ultima analisi a “giudicare”. Ma come fare? Con in mano il Vangelo, unico criterio di verità, guardare prima in casa propria; scoprire un Dio che vede sempre la parte positiva e propositiva, e quindi richiama anche alle proprie ed altrui responsabilità.
Accoglienza ed esigenza di Dio per uscire dalla bonaccia della mia mediocrità.
Da qui il desiderio di aiutare, da fratello e sorella, l’altro a gustare la grandezza della propria esistenza; una misura per tutti, che abbraccia tutti, sospinge tutti, accoglie tutti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Giugno
2015
22/06 #GIUDICARE
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)