Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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a cura dei Gesuiti Italiani INTELLIGENZA: capaci di leggere il significato più vero dentro ciò che succede Dammi oggi, il pane quotidiano… Il pane della speranza, per dare speranza. Il pane della gioia, da poter spartire. Il pane dell’intelligenza, …
Mi lascio ispirare
a cura dei Gesuiti Italiani
INTELLIGENZA: capaci di leggere
il significato più vero dentro ciò che succede
Dammi oggi, il pane quotidiano…
Il pane della speranza, per dare speranza.
Il pane della gioia, da poter spartire.
Il pane dell’intelligenza, per varcare l’impossibile.
Il pane del sorriso, da trasmettere agli altri.
Il pane della misericordia, perché possa ricevere e dare perdono.
Il pane del dolore, da condividere.
Il pane della grazia, per non attaccarmi al male.
Il pane della fraternità, per diventare una cosa sola con i miei fratelli.
Il pane del tempo, per conoscerTi.
Il pane del silenzio, per amarTi.
Ernesto Olivero
Gv 6, 22-29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
È un dialogo fra sordi quello di Gesù con la folla. Non si aspettava una reazione del genere: sperava che quel gesto, la moltiplicazione dei pani, che la folla capisse il vero volto di Dio che non risolve i problemi ma che chiede a noi di condividere le soluzioni…
E invece, ancora una volta l’uomo mostra ancorato alle proprie ristrette visioni, incapace di allargare gli orizzonti e leggere in profondità quello che succede.
Gesù ci chiede di riflettere sull’accaduto; la fame del corpo è solo una dimensione dell’esistenza, la fame del cuore è più importante, ed egli è venuto a donare un pane che può saziare per l’eternità.
La folla è incuriosita e chiede cosa deve fare per avere questo pane. La logica è sempre la stessa: cosa bisogna “fare” per aggiudicarsi Dio?
No, risponde Gesù, non bisogna “fare” ma “credere“: ogni gesto d’amore nasce da un rapporto intimo e fiducioso con Dio, questo è l’inizio da cui partire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Aprile
2015
20/04 #INTELLIGENZA
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)