Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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a cura dei Gesuiti Italiani TEMPI DIVERSI: in ogni relazione c’è un tempo per immergersi ed un tempo per rileggere “Il tempo per (ri)leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.” (D. Pennac) Mc 6, 30-34 In quel tempo, gli aposto …
Mi lascio ispirare
a cura dei Gesuiti Italiani
TEMPI DIVERSI: in ogni relazione
c’è un tempo per immergersi ed un tempo per rileggere
“Il tempo per (ri)leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.” (D. Pennac)
Mc 6, 30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Nella vita del discepolo non è sufficiente essere pronti a partire, a immergersi nella realtà e nella sua varietà di esperienze, ma a bisogna anche saper tornare. Ma che cosa significa il tornare per il discepolo di Gesù?
In primo luogo il tornare significa sapere fare un passo indietro e prendere le distanze rispetto a tutto ciò che si è vissuto e in cui si è immersi. Accettare cioè di vedere “dal di fuori”, con un atteggiamento più libero e meno coinvolto, quanto prima si era vissuto “standoci dentro”.
In seguito si tratta dell’imparare a raccontare al Signore e ai compagni di cammino quello che ciascuno ha vissuto e soprattutto come lo ha vissuto: bisogna saper far sintesi, cogliere ciò che è essenziale, cercare le parole più giuste, prestare attenzione non solo ai fatti ma al “gusto” che hanno lasciato in noi attraverso i pensieri, le intuizioni, i sentimenti, le emozioni e i desideri che hanno suscitato.
Fare questa esperienza di “rilettura” di quanto si vive, mettendosi alla presenza del Signore e condividendola con la comunità, è il tempo proprio di quella preghiera che rendi liberi dall’ansia del dover sempre fare molte cose e dalla paura di esserne schiacciati.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Febbraio
2015
07/02 #TEMPI DIVERSI
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)