Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo ()
a cura dei Gesuiti Italiani ESPORSI: investire quello che sei in quello in cui credi Continua a piantare i tuoi semi, perché non saprai mai quali cresceranno, forse lo faranno tutti. Albert Einstein Mc 4,1-20 In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a ins …
Mi lascio ispirare
a cura dei Gesuiti Italiani
ESPORSI: investire quello che sei in quello in cui credi
Continua a piantare i tuoi semi, perché non saprai mai quali cresceranno, forse lo faranno tutti. Albert Einstein
Mc 4,1-20
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Il seminatore ha rischiato tutto e ora comincia a tremare: gli uccelli, il sole, i rovi … inizia a sentire il fallimento, il rischio del fallimento è sempre presente nella nostra vita.
È importante scrutare dentro e fuori di noi, per scoprire la presenza di strade indurite, terreni sassosi e rovi, cioè tutto ciò che può rendere la nostra esistenza arida e senza frutti. Però se il seminatore non buttasse via il seme, non avrebbe da vivere. Così la vita, se tu la tieni, sei morto.
La vita è dono e proprio in quanto dono è fecondo e fruttifica. Senza uscire a gettare il seme sicuramente non si incontrerebbero difficoltà ma si resterebbe senza nulla.
Invece, quando si semina si incontrano difficoltà ma il frutto sarà un frutto insperato, al di là di ogni difficoltà. Perché? Perché il bene che semini nella tua esistenza non resta mai senza frutto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Gennaio
2015
28/01 #ESPORSI
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)