Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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Il Gesuita è un amico di Gesù. All’inizio c’è una relazione, non un’idea o un concetto, neppure un ideale. C’è un’intima relazione con Lui, dove scoprire, giorno dopo giorno, che di Lui ti puoi fidare e che Lui si fida di te. Una relazione che accende …
Mi lascio ispirare
Il Gesuita è un amico di Gesù. All’inizio c’è una relazione, non un’idea o un concetto, neppure un ideale. C’è un’intima relazione con Lui, dove scoprire, giorno dopo giorno, che di Lui ti puoi fidare e che Lui si fida di te. Una relazione che accende un fuoco nel cuore!
[…] Nonostante le differenze, ciò che ci unisce come gesuiti è Cristo, e il desiderio di servirlo. […] In una cultura che moltiplica le immagini all’infinito, Egli è la sola immagine che ci unisce. I gesuiti sanno chi sono guardando Lui. (Decreto 2 CG35)
Salmo 122 (121)
1 Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!».
2 Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!
3 Gerusalemme è costruita come città unita e compatta.
4 È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore.
5 Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide.
6 Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano;
7 sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi.
8 Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su te sia pace!».
Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 15,13-17
13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15 Non vi ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
Dal Discorso di Papa Francesco ai gesuiti in occasione della chiusura dell’anno dedicato alla ricostituzione della Compagnia di Gesù
Cari fratelli e amici nel Signore,
[…]
In tempi di tribolazione e di turbamento si solleva sempre un polverone di dubbi e di sofferenze, e non è facile andare avanti, proseguire il cammino. Soprattutto nei tempi difficili e di crisi vengono tante tentazioni: fermarsi a discutere di idee, lasciarsi trasportare dalla desolazione, concentrarsi sul fatto di essere perseguitati e non vedere altro. Leggendo le lettere del p. Ricci una cosa mi ha molto colpito: la sua capacità di non farsi imbrigliare da queste tentazioni e di proporre ai gesuiti, in tempo di tribolazione, una visione delle cose che li radicava ancora di più nella spiritualità della Compagnia.
[…]
Non è mai l’apparente tranquillità ad appagare il nostro cuore, ma la vera pace che è dono di Dio. Non si deve mai cercare il «compromesso» facile né si devono praticare facili «irenismi». Solo il discernimento ci salva dal vero sradicamento, dalla vera «soppressione» del cuore, che è l’egoismo, la mondanità, la perdita del nostro orizzonte, della nostra speranza, che è Gesù, che è solo Gesù.
[…]
Guardare a se stessi riconoscendosi peccatori evita di porsi nella condizione di considerarsi vittime davanti a un carnefice. Riconoscersi peccatori, riconoscersi davvero peccatori, significa mettersi nell’atteggiamento giusto per ricevere la consolazione.
[…]
La Compagnia, anche davanti alla sua stessa fine, è rimasta fedele al fine per il quale è stata fondata. Per questo Ricci conclude con una esortazione a mantenere vivo lo spirito di carità, di unione, di obbedienza, di pazienza, di semplicità evangelica, di vera amicizia con Dio. Tutto il resto è mondanità. La fiamma della maggior gloria di Dio anche oggi ci attraversi, bruciando ogni compiacimento e avvolgendoci in una fiamma che abbiamo dentro, che ci concentra e ci espande, c’ingrandisce e ci rimpicciolisce.
[…]
Nel 1814, al momento della ricostituzione, i gesuiti erano un piccolo gregge, una «minima Compagnia», che però si sapeva investito, dopo la prova della croce, della grande missione di portare la luce del Vangelo fino ai confini della terra. Così dobbiamo sentirci noi oggi, dunque: in uscita, in missione. L’identità del gesuita è quella di un uomo che adora Dio solo e ama e serve i suoi fratelli, mostrando attraverso l’esempio non solo in che cosa crede, ma anche in che cosa spera e chi è Colui nel quale ha posto la sua fiducia (cfr 2 Tm 1,12). Il gesuita vuole essere un compagno di Gesù, uno che ha gli stessi sentimenti di Gesù.
Signore Gesù, grazie
perché ti sei fatto riconoscere nello spezzare il pane.
Mentre stiamo correndo verso Gerusalemme,
e il fiato quasi ci manca
per l’ansia di arrivare presto;
il cuore ci batte forte per un motivo ben più profondo.
Dovremmo essere tristi, perché non sei più con noi.
Eppure ci sentiamo felici.
La nostra gioia e il nostro ritorno frettoloso a Gerusalemme,
lasciando il pranzo a metà sulla tavola,
esprimono la certezza che tu ormai sei con noi. […]
Hai camminato con noi, come un amico paziente,
hai suggellato l’amicizia spezzando con noi il pane,
hai acceso il nostro cuore perché riconoscessimo in te il Messia,
il Salvatore di tutti.
Così facendo, sei entrato dentro di noi.
E quando sul far della sera,
tu avevi accennato a proseguire il tuo cammino oltre Emmaus,
noi ti pregammo di restare. […]
Per questo, o Signore Gesù,
ora ti chiediamo di aiutarci
a restare sempre con te,
ad aderire alla tua persona
con tutto l’ardore del nostro cuore,
ad assumerci con gioia la missione che tu ci affidi:
continuare la tua presenza,
essere vangelo della tua risurrezione. […]
Carlo Maria Martini
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Ottobre
2014
PROVOCAZIONI…!!?? Dono da chiedere: perché possa diventare sempre più amico, compagno di Gesù.
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)