Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo ()
a cura del Centro Nazionale Giovani Ignaziani Il seminatore per noi rappresenta Gesù che annuncia la sua Parola, il suo stile di vita: quello è il seme da accogliere. Il terreno siamo noi, invitati a ricevere il seme della Parola per permetterle di por …
Mi lascio ispirare
a cura del Centro Nazionale Giovani Ignaziani
Il seminatore per noi rappresenta Gesù che annuncia la sua Parola, il suo stile di vita: quello è il seme da accogliere. Il terreno siamo noi, invitati a ricevere il seme della Parola per permetterle di portare molto frutto.
Nella parabola Gesù descrive quattro casi diversi di accoglienza della Parola di Dio.
Il primo è quando il seme cade lungo la strada, su un terreno duro. Il seme allora resta in superficie, non penetra nel suolo, e gli uccelli vengono e lo divorano. Quale tipo di uomo può rappresentare la strada? Probabilmente un uomo che ha un cuore indurito, i sapienti e gli intelligenti delle città appena incontrati da Gesù, le grandi autorità di Israele che non vogliono ascoltarlo e così non accolgono il seme.
Si presentano poi due casi opposti: uno di difficoltà ad accogliere e l’altro di eccessiva facilità.
Nella prima situazione possiamo scorgere una persona che accoglie con gioia la Parola di Dio, è consapevole dell’importanza di essa; ma si fa prendere solo dall’entusiasmo della Parola, non lasciando che essa abbia conseguenze profonde nella sua vita. Così la forza della Parola svanisce. La situazione è analoga al terreno sassoso che, pur accogliendo il seme, gli impedisce di mettere radici e quando viene il sole il seme, seppur germogliato, si brucia.
La Parola, quindi, può essere accolta con grande entusiasmo; ma quando esso svanisce, la Parola si disperde. Ci può anche capitare di accoglierla con entusiasmo ma di non prenderla troppo sul serio, di “annacquarla” un po’! L’accogliamo, cioè, senza saper rinunciare a ciò che di piacevole, ma in contrasto con la Parola stessa, viviamo. Cerchiamo allora di giustificarci, ritenendo magari importante non essere rigidi, essere aperti…Se la Parola di Dio non diventa prioritaria rispetto a tutto il resto, essa non potrà produrre frutto.
Siamo invitati ad essere un terreno buono, per accogliere pienamente la bellezza della Parola. In questa terra essa viene accolta con attenzione, riflessione, meditazione, per comprendere ed attuare le sue esigenze e le sue promesse. In questo caso, come dice Gesù, essa “dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta”.
La diversa quantità, poi, dipende dalle capacità di ogni persona. Gesù non si aspetta da tutti il cento, ma da ciascuno si aspetta il massimo concretamente possibile.
Per la riflessione
o La parabola ci invita ad identificarci in un terreno, come simbolo di coloro che accolgono o meno la Parola di Dio: potremmo essere il terreno duro, quello sassoso, il terreno coperto da spine oppure il terreno buono. In questo momento del tuo cammino con quale terreno ti identifichi? Perché?
o Spesso ci sono paure, condizionamenti che non ci permettono di accogliere la Parola. Potresti delineare quelli che oggi ti frenano nell’accoglienza del seme della Parola di Dio?
Buona domenica!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Luglio
2014
GET UP and WALK 13/07 SEMINARE ed ACCOGLIERE: Lui semina sempre, noi possiamo raccogliere
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)